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ღ ღ ღ capricorno,ascendente leone, luna in acquario. Sono una persona semplice, abbastanza solitaria e avendo intrapreso un nuovo percorso spirituale la solitudine mi aiuta a centrarmi e a meditare.Vivo attimo per attimo,il momento presente e da questo tutto diventa sincronicità. In tutto cio' che si fa, è la Mano di Dio a guidarci, nulla accade per caso...pensaci!!! Quando amo do' tutta me stessa...e ora amo con tutto il mio Cuore...ღ ღ ღ

giovedì 23 ottobre 2008

Scoperta la via dell'inframondo dei Maya


CITTÀ DEL MESSICO. Autorità archeologiche messicane hanno annunciato la scoperta nella penisola dello Yucatan di almeno 14 possibili templi sotterranei, alcuni sommersi dall'acqua, che potrebbero essere parte del leggendario cammino immaginato dalla civiltà Maya per entrare nell'inframondo, governato da Xilbalbà, il Dio della Morte. Guillermo de Anda, responsabile degli scavi dell'Istituto nazionale di antropologia e storia (Inah) del Messico, ha spiegato che è venuto alla luce un complesso di cenotes (pozzi d'acqua all'interno di caverne) ed edificazioni in grotte labirintiche e di difficile accesso, simile alla descrizione esistente nel Popol Vuh, il libro sacro per eccellenza dei Maya. De Anda ha definito il rinvenimento, che potrebbe risalire ad un massimo di circa 1900 anni fa, "una grata sorpresa" perché conferma l'esistenza di pratiche religiose che finora si tendeva a considerare leggendarie. "Per entrare nello Xilbalbà, l'inframondo maya, bisognava - ha aggiunto - percorrere un tortuoso cammino, alla fine del quale si trovava, secondo il Popol Vuh, un corpo acquoso con costruzioni, dove l'aspirante doveva superare dure prove", fra cui fiumi pieni di scorpioni e sangue di pipistrelli.

Lo studioso italiano Leonardo Malentacchi ricorda al riguardo che l'universo per i Maya era suddiviso in tre strati: il mondo sotterraneo (l'inframondo o Xilbalbà), la terra (Cab) ed il mondo superiore, (il cielo, Caan). Gli archeologi hanno localizzato fra l'altro, scendendo ad una profondità anche di 40 metri, un ‘sacbe', ossia un sentiero di pietra lungo un centinaio di metri, collegato ad un sistema di viario simile a quello realizzato a Chichen Itzà, uno dei centri archeologici maya più importanti dello Yucatan. Il complesso di templi e cenotes si estende nel territorio di vari municipi della regione centrale della penisola (Tecoh, Homun, Kantunil, Chocholà e Abalà) e l'accesso ad esso è possibile attraverso una galleria naturale occultata da pietre lavorate, il cui accesso visibile ha appena una altezza di un metro e una larghezza di 50-60 centimetri. Durante gli scavi, all'interno del complesso dedalo di corridoi, pozzi e templi, sono stati rinvenuti anche resti umani e oggetti di ceramica utilizzati a mò di offerta, sculture raffiguranti sacerdoti, oltre che iscrizioni e incisioni votive.

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