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ღ ღ ღ capricorno,ascendente leone, luna in acquario. Sono una persona semplice, abbastanza solitaria e avendo intrapreso un nuovo percorso spirituale la solitudine mi aiuta a centrarmi e a meditare.Vivo attimo per attimo,il momento presente e da questo tutto diventa sincronicità. In tutto cio' che si fa, è la Mano di Dio a guidarci, nulla accade per caso...pensaci!!! Quando amo do' tutta me stessa...e ora amo con tutto il mio Cuore...ღ ღ ღ

giovedì 23 ottobre 2008

Sacrifici



Per propiziarsi le divinità, i Maya ricorrevano ai sacrifici.
Oltre all'offerta di cereali, incenso e animali che venivano arsi dinanzi agli dei, i Maya praticavano su se stessi l'estrazione rituale del sangue che ottenevano incidendosi le orecchie, la lingua e il membro virile con aguzzi spilloni ricavati da spine di pesce e dalle code della razza; il gradimento degli dei era direttamente proporzionale al rango sociale dell'offerente, e il re doveva sottoporsi periodicamente alle dolorose trafitture. Si ricorreva anche a sacrifici umani in cui le vittime venivano sgozzate su un apposito altare, uccise a colpi di frecce o affogate nel pozzo sacro.

Sciamani


Maestro dell’arte divinatoria e guaritore, lo sciamano portava una collana di mandibole di cervo e di denti di caimano e un’altra di preziosa giada, oltre che gli ornamenti per le orecchie.
Per le profezie, le magie e per l’autosacrificio faceva ricorso a gusci di tartaruga, specchi di mica, conchiglie, spilloni e quarzi.
Le sue sepolture si distinguevano dalle altre per la loro maggiore ricchezza, bellezza e per la particolarità degli oggetti in esse inseriti.

Politeismo Maya


Il cosmo dei Maya era costituito da tredici cieli e da nove inferni. I cieli erano divisi in strati orizzontali, uno sopra l’altro, in cui abitavano determinate divinità, ed erano sostenuti da quattro dei (i Bacab) in prossimità dei punti cardinali a cui erano collegati dei colori.
La maggior parte degli dei maya era a gruppi di quattro, in connessione appunto con i lati del mondo. Le divinità potevano avere sia aspetti positivi che aspetti negativi, ma anche entrambi (ad esempio i Chac erano sia benevoli che malevoli: mandavano la pioggia ma pure la grandine o l’eccessiva umidità che distruggevano il granoturco); potevano inoltre cambiare residenza e quindi essere considerati dio del cielo o dio degli inferi. Il loro aspetto poteva essere un misto di umano e di vegetale o animale: gli dei con sole sembianze umane erano rari.
Tra le più importanti divinità celesti i Maya avevano il sole e la luna a cui erano legate diverse leggende. Il sole era patrono della musica e della poesia, la luna era la dea della tessitura e della fecondità.
Itzamna era al vertice del pantheon maya; era simboleggiato da un vecchio strabico con un corpo di lucertola. Inventore della scrittura, gli erano riconoscenti per aver donato gli alimenti e la scienza medica. A lui sottostavano le altre divinità, ciascuna delle quali era protettrice di una sfera della vita o di una professione: c’era il dio dei viaggiatori, dei commercianti, dei guerrieri, del pescatore e di molte altre attività.
Chac, il dio della poggia, era un vecchio dal naso lungo e gli occhi a forma di T che simboleggiano le lacrime che a loro volta richiamano l’acqua. Essendo una divinità sia benevola che malevola, occorreva propiziarselo con riti e sacrifici, anche umani.
Veniva chiamato anche "innaffiatore" perché si pensava che conservasse l’acqua in una zucca e la spruzzasse di tanto in tanto sulla terra; rovesciando la zucca il mondo avrebbe subito inondazioni.
Yum Kaax, il dio del frumento, era rappresentato con un aspetto giovane e con una pianta fiorita in mano.
Tra le divinità terrestri troviamo quelle agricole e in particolare il dio del granoturco e della vegetazione in generale, che veniva rappresentato con una pianta di mais che gli cresceva in testa.
Non solo i prodotti agricoli avevano una divinità protettrice, ma anche le vette più alte, le sorgenti, le confluenze di fiumi e vari aspetti della natura, che assumevano un carattere religioso ed erano oggetto di culto.
Il dio Giaguaro era pure una divinità molto importante nel sistema maya; simbolo di potenza, a causa delle abitudini notturne e delle macchie sul mantello, era associato all’oscurità ed era diventato, nella mitologia, il sole nascosto dalla notte.
I Maya credevano anche a molte divinità malefiche a cui facevano risalire gli eventi negativi come ad esempio la malattia, il dolore, la morte o la carestia.

Testo Sacro Maya


Secondo il testo sacro dei Maya, il Popol Vuh, la terra era la parte centrale dell’universo, sormontata da 13 cieli, sostenuti da 4 divinità, i Bacab, disposti secondo i punti cardinali. Al di sotto scendevano, fino al profondo Mitnal, i 9 mondi sotterranei governati da 9 Signori della Notte.
Il creatore del mondo, Hunahpu, mai rappresentato, generò i Gemelli Eroi che, dopo aver sconfitto i Signori degli Inferi nel gioco della palla, salirono al cielo e si trasformarono in dei: il sole, Itzamm, maestro delle scienze, inventore della scrittura, del calendario e della medicina, dio del mais e dell’agricoltura, e la luna, Ixchel, che proteggeva la tessitura, l’artigianato e le nascite. Il dio della pioggia, Chac, fu divinità importante e il suo culto fu l’unico a sopravvivere anche dopo la conquista spagnola.
Signori del mondo sotterraneo e dei sacrifici umani erano il dio della morte, raffigurato come scheletro, e il dio della guerra, sempre accompagnato dal cane e dal mitico uccello Moan.

Corredi Funebri



Nelle sepolture Maya accompagnavano il cadavere alcuni oggetti che potevano essere più o meno ricchi a seconda della condizione sociale del defunto.
Un corredo funebre molto ricco accompagnava i resti di uno sciamano; uno dei corredi ritrovati, ad esempio conteneva oggetti di particolare ricchezza e rarità e consisteva in dieci recipienti contenenti conchiglie e frammenti di quarzo usati dallo sciamano per pratiche di profezia e di magia; c'erano due gusci di tartaruga, simboli della superficie terrestre, utilizzati anche come strumenti musicali, e dei frammenti di mica e di piccole conchiglie che appartenevano in origine a uno specchio; vi erano da ultimo dei vistosi gioielli decorativi che servivano da ornamento personale, oggetto magico e offerta rituale. Sono stati ritrovati inoltre spilloni utilizzati dallo sciamano per gli autosacrifici rituali. Il corredo poteva contenere anche armi di ossidiana o di selce e ornamenti personali spesso di giadeite.
Inoltre accompagnavano il defunto idoli per lo più di terracotta e argilla, ma anche di legno e di pietra. Il corredo delle persone meno agiate tuttavia era differente e di minor valore; infatti consisteva in oggetti di rozza fattura sia di ceramica sia di pietra. Anche le sepolture variavano a seconda della classe sociale a cui apparteneva il defunto. La classe meno agiata usava seppellire i morti in grandi cumuli artificiali poco elevati, di terra battuta in cui a volte venivano posti più di 50 individui. La classe più agiata della popolazione era deposta in cumuli, di altezza superiore dei precedenti, che contenevano una sola persona. Esisteva anche l’uso di costruire camere funerarie di pietra ricoperte da un cumulo di terra , in alcuni casi queste sepolture potevano contenere due o tre camere sovrapposte in cui il corpo del defunto occupava il vano superiore. In alcuni luoghi veniva usata anche la cremazione, comunemente per i capi. Le ceneri venivano racchiuse in grandi incensieri in terracotta oppure in appositi recipienti non decorati.

Religione


Un aspetto importante della cultura Maya era la religione.
Questa era caratterizzata dalla presenza di numerose divinità (politeismo) e dall’elaborazione di molte leggende e miti.
Molto significativi per i Maya erano i fenomeni naturali che per loro erano la manifestazione dello stato d’animo degli dei; associavano per esempio il fenomeno della siccità a una loro malefatta che aveva indispettito la divinità. Per conquistarsi la benevolenza degli dei ricorrevano ai sacrifici.
Figure sacre molto importanti erano i sacerdoti e gli sciamani.
Una dimostrazione di quanto fosse importante la religione per questo popolo sono le tombe che avevano anche una grande importanza sociale. Nei propri riti, i Maya facevano uso di droghe come il liquore al cacao che era considerato una bevanda divina; si beveva sia nelle feste rituali che nell’aldilà. I semi di cacao costituivano anche un’unità di misura dei prezzi.
All’interno del libro sacro dei Maya, il Popol Vuh, era contenuto il loro pensiero filosofico: l’uomo è un tutto armonico con l’ambiente

I Maya da saggi a guerriglieri


Gli imperi Maya, azteco e inca hanno suscitato meraviglia nei conquistatori spagnoli, che non riuscirono a capire come e quando si erano formati. I colonizzatori successivi ma soprattutto i religiosi sono riuscita a svelare parte del mistero interrogando gli stessi indigeni. In virtù di tali informazioni e di numerosi lavori scientifici sappiamo abbastanza della crescita e dell'apogeo, non delle origini, che restano avvolte nelle nebbie della leggenda. I Maya sono stati i più antichi e più geniali. Popoli Maya ve ne sono stati due: uno più antico che si stanziò principalmente nei bassopiani del Guatemala e un altro moderno che dominò la penisola dello Yucatan (Messico). I primi Maya sono i saggi gli ultimi i militari; gli antichi hanno domato le città di Tikal, Palenque, Calakmul, Copàn e sono stati gli inventori di una scrittura di ideogrammi e segni fonetici non ancora pienamente decifrata, di un calendario di 365 gironi, di un sistema cronologico e così via. Questi Maya, antichi o classici, vissero principalmente tra gli anni 250 e 900 della nostra era. Sono famosi i loro Templi con scalinate e fastigi, i palazzi con numerosi stanze, i campi per il gioco della palla, bagni di vapore, gli osservatori astronomici, le strade maestre, le stele e gli altari.
La loro decadenza cominciò alla fine dell'VIII secolo e nel X secolo si concluse la rovina. Sulle cause del tramonto ci sono varie ipotesi diverse; esaurimento del suolo, cambiamento di clima, eruzioni vulcaniche, guerra civile, rivolta dei contadini. Un residuo del popolo Maya emigrò verso gli altipiani del Guatemala e la penisola dello Yucatàn. Qui si stanziò in un paese arido e scarso di acqua che doveva essere cercata nel sottosuolo scavando enormi pozzi detti Cenotes. Intorno ai grandi cenotes sorsero villaggi che diventarono città come Chichen Itzà, Kabah, Labnà. Agli inizi del X secolo lo Yucatàn fu invaso da varie ondate di popoli proveninti dal nord. Uno dei gruppi era quello tolteco proveniente dalla città di Tula, che si stabilirono nella città di Chichen Itzà e si fuse con il popolo Maya e diedero origine al nuovo dominio. Questi sono i Maya nuovi o "guerriglieri". Chichen Itzà fu costruita in modo tale da farla divenire la città più bella; il Tempio dei Guerrigleri è tra i più maestosi di tutta la tradizione Maya. Altre costruzioni notevoli furono il Tempio di Kulkulcan o il Cortile delle cento colonne (colonne a forma di serpente con testa vicino al suolo, influenza delle civiltà settentrionali). Si trovano nel coltempo un'infinità di elementi della cultura maya: un osservatorio astronomico circolare, i campi per il gioco della palla, i mosaici nelle decorazioni delle facciate, il vecchio Dio Maya della pioggia. Chichen ha dominato il territorio dello Yucatàn per 2 secoli, stabilendo un poderoso stato centralizzato grazie alla combinazione della forza militare di origine tolteca, e del commercio, di origine maya. La città del nuovo impero si procuravono gli alimenti di cui avevano bisogno dalla cultura delle terre vicine. Mais, fagioli, zucchine, peperoni, chìa (tipo salvia) e cacao , così come legni pregiati, cotone, agavi, coloranti e articoli di lusso quali giada, turchese, pirite, alabastro, ambra, rame e oro. La preponderanza di Chichen Itzà finì in tirannide. I distruttori della tirannia divennero a loro volta i tiranni stessi. Mayapàn è stata l'ultima grande città Maya; era fondata da una muraglia di 9 km all'interno della quale si calcolavano 4.100 edifici, 140 dei quali a destinazioni cerimoniali e 2100 edifici che servivano da abitazione a una popolazione stimata in 12.000 abitanti. La forza di questo popolo era tuttavia l'esercito, composto da mercenari una parte dei quali provenivano dal Messico, terra di grandi guerriglieri; con l'aiuto di costoro mantennero la supremazia nello Yucatàn fino al 1441, quando alcune rivolte annientarono insieme la dinastia e l'egemonia della città. Verso la fine del XV secolo la popolazione Maya dello Yucatàn aveva abbandonato i centri urbani e viveva nelle zone rurali, conservando gli antichi costumi e limitati rapporti di commercio. E' quanto trovò il conquistatore spagnolo Cortès nel 1524, attraversando la regione sulla via per l'Honduras.

Scoperta la via dell'inframondo dei Maya


CITTÀ DEL MESSICO. Autorità archeologiche messicane hanno annunciato la scoperta nella penisola dello Yucatan di almeno 14 possibili templi sotterranei, alcuni sommersi dall'acqua, che potrebbero essere parte del leggendario cammino immaginato dalla civiltà Maya per entrare nell'inframondo, governato da Xilbalbà, il Dio della Morte. Guillermo de Anda, responsabile degli scavi dell'Istituto nazionale di antropologia e storia (Inah) del Messico, ha spiegato che è venuto alla luce un complesso di cenotes (pozzi d'acqua all'interno di caverne) ed edificazioni in grotte labirintiche e di difficile accesso, simile alla descrizione esistente nel Popol Vuh, il libro sacro per eccellenza dei Maya. De Anda ha definito il rinvenimento, che potrebbe risalire ad un massimo di circa 1900 anni fa, "una grata sorpresa" perché conferma l'esistenza di pratiche religiose che finora si tendeva a considerare leggendarie. "Per entrare nello Xilbalbà, l'inframondo maya, bisognava - ha aggiunto - percorrere un tortuoso cammino, alla fine del quale si trovava, secondo il Popol Vuh, un corpo acquoso con costruzioni, dove l'aspirante doveva superare dure prove", fra cui fiumi pieni di scorpioni e sangue di pipistrelli.

Lo studioso italiano Leonardo Malentacchi ricorda al riguardo che l'universo per i Maya era suddiviso in tre strati: il mondo sotterraneo (l'inframondo o Xilbalbà), la terra (Cab) ed il mondo superiore, (il cielo, Caan). Gli archeologi hanno localizzato fra l'altro, scendendo ad una profondità anche di 40 metri, un ‘sacbe', ossia un sentiero di pietra lungo un centinaio di metri, collegato ad un sistema di viario simile a quello realizzato a Chichen Itzà, uno dei centri archeologici maya più importanti dello Yucatan. Il complesso di templi e cenotes si estende nel territorio di vari municipi della regione centrale della penisola (Tecoh, Homun, Kantunil, Chocholà e Abalà) e l'accesso ad esso è possibile attraverso una galleria naturale occultata da pietre lavorate, il cui accesso visibile ha appena una altezza di un metro e una larghezza di 50-60 centimetri. Durante gli scavi, all'interno del complesso dedalo di corridoi, pozzi e templi, sono stati rinvenuti anche resti umani e oggetti di ceramica utilizzati a mò di offerta, sculture raffiguranti sacerdoti, oltre che iscrizioni e incisioni votive.

lunedì 20 ottobre 2008

calendario maya

oroscopo maya

tra le discipline studiate dai Maya sono di tutto rispetto le scienze matematiche e astronomiche: riuscirono a elaborare un complesso ed interessante Oroscopo comprendente 13 segni zodiacali.
il loro calendario infatti divideva l'anno in 13 Mesi di 28 giorni, tempo in cui la luna fa il giro completo attorno alla terra.
i simboli Maya prendono tutti spunto dagli animali.
i nostri 12 indagati Vip sono ospiti in questa affascinante terra Maya: studiamo insieme il loro Profilo Astrale... chi di loro è più influenzato o favorito in questa Avventura?


-PIPISTRELLO- dal 27 luglio al 22 agosto
questo è il segno degli eroi o degli incoscienti: i pipistrelli sono persone animate da senso di giustizia, amano comandare e riescono a farsi rispettare in ogni circostanza. sono attratti dalle tematiche spirituali perché hanno un innato senso religioso. riescono sempre ad essere al centro dell'attenzione, indipendentemente da ciò che fanno o cercano di evitare.. grande pure il loro senso negli affari.

-SCORPIONE- dal 23 agosto al 19 settembre
l'intelligenza è la loro caratteristica più grande. sono dotati di una memoria eccellente e questo li porta a non dimenticare mai nessuna offesa, anche se generalmente non sono vendicativi. proteggono con gelosia la loro privacy. sono persone molto timide ed è per questo che le loro qualità migliori rischiano di passare inosservate. pieni di buoni sentimenti e amano aiutare il prossimo.

-CERVO- dal 20 settembre al 17 ottobre
il segno della bellezza, i cervi sono i grandi seduttori anche se devono ammettere di essere un po' presuntuosi. punti forti sono la creatività, una grande immaginazione e la dialettica, dominano come nessun altro l'arte del conversare. odiano le discussioni e hanno un grande bisogno di essere trattati con molto affetto.

-CIVETTA- dal 18 ottobre al 14 novembre
è' il segno più magico e profondo. la civetta non a caso è l'animale più notturno e misterioso dell'Oroscopo Maya. hanno una capacità speciale nel far affiorare il subcosciente altrui. riescono infatti ad essere molto d'aiuto per far trovare cose, persone e idee perdute o dimenticate. molto sensibili alla mistica e al mistero. virtù principale è l'intuizione. inizialmente possono sembrare timidi, ma non lo sono.

-PAVONE- dal 15 novembre al 12 dicembre
è un segno che ama mettersi in vista, vista la bellezza che porta in se questo animale. amano primeggiare, competitivi sul lavoro e si sentono i migliori in tutto. originali e creativi amano brillare di luce propria. Sarà anche per questo ma i nati sotto il segno del pavone non passano inosservati. la passionalità e la dedizione poi caratterizzano il loro amore.

-LUCERTOLA- dal 13 dicembre al 10 gennaio
come le lucertole i nati di questo periodo cambiano pelle nella vita. sono persone che si sanno adattare ad ogni ambiente senza avere secondi fini, ma semplicemente perché essendo molto generose hanno un cuore d'oro. a volte sono ritenute ingenue. spicca la loro personalità, la più difficile da descrivere di tutto l'Oroscopo. ogni persona di questo segno infatti ha la propria ed è impossibile classificarle in un unico gruppo.

-SCIMMIA- dall'11 gennaio al 6 febbraio
che siano persone aperte una volta conosciute, nessuno potrà metterlo in dubbio. la loro forza e resistenza fisica sono una sicurezza, così come una certezza è il loro senso dell'umorismo e una predisposizione al positivo. devono sentirsi liberi sempre, soprattutto nel lavoro. la fantasia deve essere il traino delle loro molte qualità, anche se deve frenare il nervosismo che rischierebbe di offuscarle.

-FALCO- dal 7 febbraio al 6 marzo
questo è l'animale sacro della civiltà Maya. il carattere delle persone nate sotto questo segno è molto forte e con grande ambizione. infatti possono ritenersi fortunate perché non solo godranno di una sorte eccezionale per tutta la vita, ma perché tale influsso ricadrà positivamente su tutti i loro parenti. il loro senso di responsabilità e dovere è un po' messo in discussione, prima di preoccuparsi di se stessi si preoccupano degli altri. odiano ricevere gli ordini e sono nati per comandare.

-GIAGUARO- dal 7 marzo al 3 aprile
sanno dalla nascita ciò che vogliono e come ottenerlo. la loro voglia di libertà e il senso di aiutare il più debole li portano spesso ad avere problemi, anche se il loro senso di giustizia sarà sempre più forte. hanno le Idee chiare e la passione in ciò che fanno è la loro caratteristica più forte, anche se la pignoleria a volte può far perdere allettanti occasioni.

-VOLPE- dal 4 aprile al 1 maggio
a differenza della cultura occidentale che vede in questa razza animale il simbolo di astuzia e furbizia, per la civiltà Maya non è così: la Volpe infatti è sveglia, ingegnosa e ricca d'intuito. chi è nato sotto questo segno porta in sé un cuore d'oro, intenzioni oneste come pochi altri e molta discrezione. anche se hanno tutte le potenzialità e i requisiti per poter stare di fronte ai riflettori, tendenzialmente li rifuggono perché si trovano meglio in un habitat anonimo e nella penombra.

-SERPENTE- dal 2 maggio al 29 maggio
a differenza di noi occidentali che vediamo negativamente questo animale, i Maya lo identificano come lo spirito salvatore che illumina le menti. sono molto raffinati e cortesi, anche se prima di concedere il loro amore si assicurano che non vada ad uno qualsiasi. molto intelligenti, amano vivere bene, ma con ciò la loro etica esemplare è sempre in primo piano.

-SCOIATTOLO- dal 30 maggio al 26 giugno
sono i socievoli dell'Oroscopo: occhi brillanti, vivacità d'espressione, pieni di idee, chiacchieroni fin da bimbi. manager, p.r. e creativi sono le maggiori professioni che vi si ritrovano in questo segno o comunque tutti quei lavori a contatto con la gente. la fantasia potrà fargli cambiare spesso opinione, anche se, grazie alla vita sociale intensa, considerano sacra l'amicizia.

-TARTARUGA- dal 27 giugno al 26 luglio
la pazienza è la virtù di questo segno, infatti sono i saggi per eccellenza. occorre impegnarsi per far arrabbiare qualche "tartaruga", ma se mai ci si dovesse riuscire, occorre temere il peggio. la loro ira infatti è terribile. il tempo è il loro miglior alleato e avendo coscienza di questo sanno che possono ottenere tutto ciò che vogliono anche senza correre.




tzolkin


Tzolkin è un almanacco sacro costituito da un ciclo di 260 giorni usato in tutto il Mesoamerica. Era la chiave per il calendario rituale e formava la base per le profezie e le divinazioni. Le sue origini sono sconosciute, anche se si sa che che era giá in uso nel VI secolo a.C. tra gli Zapotechi di Oaxaca. La spiegazione più diffusa per la sua adozione é che si avvicina molto al periodo di nove mesi della gestazione umana. In antichità, alle persone veniva dato un nome in relazione alla loro data di nascita in questo calendario, una pratica che continua ancora oggi in molte comunitá tradizionali.

I giorni dello Tzolkin venivano raggruppati in un giro di venti giorni uniti a tredici numeri.
Ogni nome e ogni numero aveva il suo dio protettore e la sua associazione soprannaturale. Nomi e numeri giravano continuamente, per cui la sequenza cominciava con il numero 1 ed il primo nome (il numero precedeva sempre il nome) fino ad arrivare al 13, poi i numeri ricominciavano mentre i nomi continuavano la loro sequenza fino arrivare al ventesimo nome. Questo, a sua volta, veniva seguito da un ritorno al primo nome dei giorni preceduto dal numero correspondente. L'intero ciclo comprendeva 260 giorni che venivano usati in tutte le possibili combinazioni fino ad esaurimento per poi ricominciare dall'inizio.

Questo calendario sacro veniva usato insieme ad un calendario di 365 giorni che corrisponde all'incirca all'anno solare. Questo era costituito da 18 mesi, ognuno di 20 giorni numerati, più 5 extra (Uayeb) considerati giorni infausti senza nome, alla fine dell'anno.

Calendario Maya e compimento ciclico del 21-22 dicembre 2012 - 1° parte

http://it.youtube.com/watch?v=L0fc4U3w26c

Calendario Maya e compimento ciclico del 21-22 dicembre 2012 - 2° parte

http://it.youtube.com/watch?v=NPUGzIq6eBA

Calendario Maya e compimento ciclico del 21-22 dicembre 2012 - 3° parte

http://it.youtube.com/watch?v=2CthYeKR2Vs

i maya e le profezie sulla fine del mondo 21-12-2012


E’ interessante come in questo periodo di mondiale stiano tornando di moda i Maya e le loro profezie sulla . Dicevano che quest’anno sarebbe stato un anno pieno di cambiamenti! Direi che stiamo sulla buona strada e allora facciamoci una cultura:

Cosa c’è di così importante in questa data?

Secondo l’interpretazione data da alcuni al calendario dei Maya , sarebbe il giorno della . Il calendario dei Maya, era basato sui movimenti del pianeta Venere e veniva diviso in cicli della durata di1 milione e 872 000 giorni. L’attuale ciclo, ha avuto inizio il 13 agosto dell’anno 3114 prima di Cristo e finirà il 21 dopo Cristo. I Maya raggiunsero traguardi scientifici notevoli, a tal punto, , da prevedere l’eclissi solare dell’11 agosto 1999, che si è verificata con 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya, cinquemila anni prima che si verificasse.

La , dovrebbe avvenire quando sarà completato quest’ultimo ciclo e a seguito di tutta una serie di sconvolgimenti naturali (inondazioni, terremoti, incendi etc), molto simili a quelli descritti nel Nuovo Testamento.

Questa previsione, deriva da un calcolo della prossima inversione del campo magnetico terrestre, prevista per il 2012.

Esistono valutazioni di tipo scientifico che indurrebbero ad avvalorare la tesi dei Maya. La scoperta effettuata nel 1899, che il pianeta emette una frequenza ( risonanza di cavità di Schumann ) che, stabile per molti decenni, ha cominciato a crescere dai 7.8Hz del 1940, agli 8.6Hz nel 1996, fino ad arrivare agli attuali10Hz, unitamente al calcolo del campo elettromagnetico terrestre, la cui densità è proporzionale alla velocità di rotazione della Terra e che stà attualmente diminuendo tendendo allo zero, inducono alcuni studiosi a ritenere che alla data del 21 , avremmo una risonanza di Schumann pari a 13Hz e un campo magnetico terrestre nullo.

Cosa accadrebbe in tal caso?

Secondo alcuni, il pianeta dovrebbe fermarsi, la polarità terrestre si invertirebbe e la terra, inizierebbe nuovamente a ruotare, ma al contrario di come gira adesso.

Se ciò dovesse accadere, potrebbero allora verificarsi gli scenari apocalittici, descritti nel libro ” Earth in Upheaval “, dallo storico Immanuel Velikvosky:

“…Un terremoto farebbe tremare il globo intero. Aria e acqua si muoverebbero di continuo per inerzia, la Terra sarebbe spazzata da uragani e i mari investirebbero i continenti… La temperatura diverrebbe torrida e le rocce verrebbero liquefatte, i vulcani erutterebbero, la lava scorrerebbe dalle fratture nel terreno squarciato, ricoprendo vaste zone… I laghi sarebbero inclinati e svuotati, i fiumi cambierebbero il loro corso, grandi estensioni di terreno verrebbero sommerse dal mare con tutti i loro abitanti… Il mare, abbandonato dalle acque, si tramuterebbe in un deserto. E se lo spostamento dell’asse fosse accompagnato da un cambiamento nella velocità di rotazione, le acque degli oceani equatoriali si ritirerebbero verso i poli e alte maree e uragani spazzerebbero la Terra da un polo all’altro. Lo spostamento dell’asse cambierebbe il clima in ogni luogo … Nel caso di un rapido spostamento dell’asse terrestre, molte specie di animali sulla Terra e nel mare sarebbero distrutte e la civiltà, se ancora esistesse, sarebbe ridotta in rovine”.

Questa data, o periodo, coincide con molte profezie di vari popoli e religioni, che descrivono le stesse scene apocalittiche, dai giorni del buio (fermo della rotazione terrestre?) alle fiamme dal cielo, alle inondazioni e terremoti:
- “Vi sarà una grande tribolazione, quale non fu mai vista dall’inizio del mondo fino adesso, e mai più lo sarà…” Matteo, 24:21;

- “Un grande segno Iddio allora darà. Simile proprio a una croce splendente rifulgerà una stella, sfavillando e molto lucendo giù dal raggiante cielo, e non per brevi giornate. Dal cielo manifesterà la croce dei vittoriosi, per la quale essi si battono. Verrà allora il tempo del grande festivo sentiero del trionfo verso la città celeste…” oracoli sibillini del II° secolo d.C., in cui si ampliano le profezie bibliche dell’Apocalisse;

- “Il Sole cambierà strada e la Luna si perderà fra i monti, le stelle pioveranno sulla Terra… Montagne invisibili passeranno nel cielo, e quando una di queste si vedrà, mancherà il tempo della preghiera. Sentirete allora il pianto di mille madri, perché mille uomini saranno schiacciati dalla montagna… : “Arriverà un giorno nel quale troverete il mar Nero sugli Urali e il mar Caspio sulle alture del Volga, perché tutto verrà mutato… All’uomo verrà consegnata una Terra arata pronta per la semina, in cui sarebbe follia cercare Mosca, San Pietroburgo o Kiev… Dove un tempo regnava il ghiaccio ora brucerà il Sole, e gli agrumi più gustosi verranno raccolti sulla terra della Santa Madre Russia, mentre sulle coste settentrionali dell’Africa regnerà il ghiaccio” Profezie del monaco Basilio, profeta russo vissuto all’epoca di Pietro I° il Grande, nato a Mosca nel 1660.
Del monaco Basilio, vanno ricordate alcune profezie, avveratesi nei secoli successivi:

- “Quando il Mille si aggiungerà al Mille, gli uomini voleranno e le immagini di quello che succede a Mosca si potranno vedere allo stesso tempo a Kiev e a Costantinopoli” . È evidente come il sant’uomo faccia riferimento agli aerei e alla televisione.

- “Quando il secondo millennio del cristianesimo sarà prossimo alla fine, ogni casa vorrà accendere la sua candela, ma il buio dominerà. Sangue e lacrime bagneranno la terra dei popoli slavi”. Previsione della guerra fratricida tra Serbi e Croati degli anni 90.
Lo stesso monaco Basilio, profetizza inoltre:

“Alla fine del millennio un prato verde non lordato dall’uomo e una pianta non avvelenata saranno una rarità… l’uomo sarà attorniato da cibo e da acque, ma morirà di fame e sete, perché l’erba che vedrà crescere e il frutto che vedrà maturare saranno veleno, come pure l’aria che respira… All’uomo era stata affidata la Terra affinché la custodisse come un tesoro del creato: invece, quando le macchine voleranno come uccelli e l’uomo ucciderà l’uomo con i raggi del Sole, essa sarà uno straccio sporco e lacero…Sarà un uomo inviato da Dio per unire i frammenti del mondo e aprire le porte d’un tempo nuovo… Egli sarà l’avanguardia del Governo Universale… i popoli della Terra saranno veramente fratelli, i superstiti scenderanno dai monti e si abbracceranno, perché il nuovo alito di vita non verrà dai mari, ma dai monti… Piccolo uomo del duemila, non sforzarti di capire che cosa sarà il tempo nuovo: il tuo sforzo è inutile, perché la tua mente è chiusa ai disegni dell’Eterno. Sappi solo che l’uomo del Tempo dei Giusti non nascerà piangendo, verrà deposto nella culla della felicità, camminerà sul sentiero della pace, parlerà con lo spirito e non avrà bara”.

Anche nelle profezie norvegesi, viene narrata la , ossia la “Fine dei Tempi”:
”Un inverno di tre anni chiuderà la Terra nella morsa del gelo. Poi i due lupi Skoll e Hati divoreranno la Luna e il Sole, mentre le stelle cadranno dai loro punti fissi. Persino Yggdrasil, l’albero della vita, verrà scosso con violenza…Le montagne si scuoteranno, le foreste si sradicheranno dal suolo, i monti rovineranno alla cima, ostacoli e vincoli saranno spezzati. E il lupo Fenrir si libererà dalle catene… Il gigantesco lupo Fenrir, l’immenso Serpente di mare Jormungand e la dea degli inferi Hel, generati dal malefico dio Loki e a Ragnarok saranno liberati…”. L’Apocalisse di Giovanni, descrive le “tre bestie”, che potrebbero allegoricamente rappresentare le forze distruttrici di cielo, terra e mare, nelle quali si possono riconoscere le forze descritte dalle profezie norvegesi. Anche in questo caso, la profezia prevede però, una continuità della vita umana sul pianeta terra:

“una nuova Terra sorgerà dal mare: sarà verde e bella, scrosceranno le cascate, l’aquila volerà alta sopra le rocce, i campi e gli alberi cresceranno là dove nessuno ha seminato, il male si tramuterà in bene… Se la fine dei tempi sarà quale è stata predetta, questo, non meno certo, sarà l’inizio”.

Di quest’idea, è anche Carlos Barrios, storico, antropologo e ricercatore che, nato in una famiglia spagnola su El Altiplano, la regione montuosa del Guatemala, . dopo aver studiato per 25 anni con gli anziani, è diventato anche un Ajq’ij Maya, sacerdote officiante e guida spirituale del clan dell’Aquila. Barrios, ha condotto una ricerca sui diversi calendari Maya, intervistando assieme al fratello più di 600 anziani Maya. Barrios, alla fine degli studi e dopo aver confrontato le dichiarazioni dei Maya anziani, dichiarò:

“Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione… Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya; dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà trasformato. Sono gli indigeni - non altri - a possedere i calendari ed a sapere come interpretarli correttamente”.

Se da un canto il tutto sembra preannunciare in maniera catastrofica la , questa conclusione sembrerebbe smentita, oltre che da una diversa lettura del calendario Maya, anche dalle altre profezie, che vorrebbero che quella data, rappresenti sì, la , ma solo del mondo così come lo conosciamo, per poi dare inizio di una nuova era, con un mondo diverso e certamente migliore.

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Le Divinità Maya




Quelle che possiamo definire come le divinità della religione maya, sono rappresentazioni plastiche di esseri sovrannaturali composte in tratti altamente stilizzati di svariati animali ed elementi vegetali, talvolta combinati con forme umane. Gli dei per i maya erano capaci di manifestarsi, a seconda delle circostanze, sia attraverso fenomeni naturali e tramite animali, sia nei simulacri eretti dagli uomini che permettevano la materializzazione delle energie sacre durante i rituali, al fine di ricevere le offerte degli uomini. Li veneravano per ciò che rappresentavano e il significato glielo avevano dato loro per questo non potevano essere idoli. Erano entità imperfette che nascevano e morivano, quindi bisognose d'essere alimentate per sopravvivere. Per i maya non esistono esseri immutabili, di conseguenza gli dei erano costantemente soggetti a cambiamenti in una iconografia vastissima. Per distinguerli però vi sono elementi simbolici costanti nel tempo. Tra le divinità più rappresentate v'è il Drago che simboleggia : il creatore del mondo, l'energia sacra suprema presente nell'intero cosmo. Sotto forma di serpente-uccello (il 1° simboleggia la terra ed è un serpente a sonagli, il 2° è il quetzalincarnazione del cielo). Inoltre è in relazione con il sole, l'acqua, il sangue, lo sperma e il mais; s'arricchisce con elementi del giaguaro, del caimano e del cervo per dare vita al Drago Celeste. Diviene Drago bicefalo, serpente piumato e alato, serpente bicefalo, mascherone serpenteiforme. Nel Postclassico Quetzalcoatl assunse il nome di Kukulcán e venne rappresentato come serpente piumato o con sembianze di uomo-uccello-serpente; o come un anziano dagli occhi serpenteiformi, grandi, rotondi o quadrangolari, bocca con un solo dente, o con tratti femminili. Quest'ultimo è il dio D. e simboleggia l'

Il Sole è la deità suprema, asse intorno al quale si sviluppava la vita, generatore del tempo, l'origine del divenire ingenerale 4 stagioni e la quadruplicità del cosmo. È il signore numero quattro e il glifo che gli corrisponde consiste in un fiore con quattro petali. È luce (ossia vita, giorno, ordine, bene) quando sorge, è giaguaro quando è il tramonto. Ha grandi occhi quadrangolari e strabici, dente limato, lingua sporgente, zanne spiraliformi agli angoli della bocca e presenta una forma a 8 sulla fronte rappresentante il corpo di un serpente. Rappresenta gli animali sacri = giaguaro, cervo, colibrì, aquila, gazza, ara.
Il dio Chaac (o Chac) è una variante del dio drago e presenta un naso cascante, pupille a forma di spirale, zanne ricurve e serpentine, impugna un'ascia o una torcia (da lui dipende la pioggia o la siccità). Nello Yucatán lo troviamo sotto forma di mascherone geometrico.
Dio K e Dio del Mais da essi esce dagli occhi una serie di foglie della suddetta pianta, privo di tratti animali e la testa che termina in una pannocchia. Signore del numero otto, senza attributi zoomorfi visto che l'uomo nasce da un impasto di granoturco.
Vi sono varie dee: la dea lunare forza propizia della fertilità, la dea della pittura, della tessitura. Quando è giovane la dea della luna rappresenta la medicina e il parto, quando è vecchia la terra, vegetazione e tessitura.

L'aldilà e gli dei

I Maya, come ovunque i loro contemporanei, diedero una spiegazione all'origine del mondo. C'erano stati parecchi mondi: ognuno era perito in un diluvio e si attendeva un altro diluvio. L'universo maya, come quello contemporaneo cristiano, era travagliato dalla perenne lotta fra le potenze del male e del bene. Il bene portava la pioggia, la fertilità e l'abbondanza; il male portava la siccità, gli uragani e le guerre. Sopra la terra esistevano 13 cieli di beatitudine e dietro di essi 9 d'inferno. Nel paradiso finale non esistevano più né dolore né povertà, né pesanti carichi da sopportare.

Nell'inferno finale c'erano fame, freddo e miseria. I Maya credevano in una copiosa rosa di divinità che sembra avesse origine da un culto più antico, la fede in un supremo Dio creatore. Ma questo Dio era troppo remoto dalla vita, cosicché i Maya inventarono degli intermediari, in grado di curare ogni aspetto e fase della vita: il figlio di un dio vero divenne il capitano della corte degli Dei con gli uomini dovevano trattare. C'erano gli dei del mais e della morte, c'era un dio onnipresente della stella del nord che vigilava sui viaggi dei mercanti. A parecchie divinità era attribuito il compito di vegliare sulla guerra, sul sacrificio umano e sulla morte violenta. C'era poi il dio del vento e le dee che presiedevano alle inondazioni, alla gravidanza e alla tessitura; c'era anche la dea dei suicidi, tenuta in alta considerazione poiché i suicidi erano favoriti nella rapida ascesa al più alto dei cieli. Altre divinità avevano una speciale giurisdizione sui periodi cronologici in cui era diviso il tempo, altre ancora erano riservate a ciascun giorno separatamente, e, per buona misura, ogni numerale aveva il suo dio. C'era un dio per ogni emergenza, un dio per ogni necessità, un dio per ogni periodo di tempo. Il dio a cui il semplice coltivatore di mais si rivolgeva con la più sincera devozione era Chac, il dio della pioggia, la cui benevolenza arrecava vita e felicità, la cui ira era portatrice di morte.

calendario maya



le origini Nel suo libro "La Milpa e l'origine del calendario Maya", Paulino Romero Conde emette la teoria che lo Tzolkin, il calendario iniziale dei Maya, è collegato alla milpa, un sistema usato dai Maya per coltivare il granoturco. Il motivo principale per questo è l'importanza che ebbe la sua coltura visto che è stato l'unico cereale che fossero in grado di addomesticare.

"Le attività principali per la coltivazione del granoturco: taglio degli alberi, bruciarli, piantare il cereale, togliere l'erbaccia mentre cresce, piegare la pianta quando è matura e lasciarla asciugare sul campo, poi raccoglierlo e dopo alcuni anni spostare la coltivazione verso una nuova postazione. Questa pratica di tagliare e bruciare è stata denominata "milpa", parola azteca per "campo da granoturco". Questa attività è ancora oggi molto importante per la popolazione Maya che continua ad effettuarla nello stesso modo dei loro antenati.

Man mano che la popolazione maya aumentò e l'esigenza di migliorare i raccolti, obbligò a selezionare diverse varietà e coordinare con attenzione le date di coltura con il ciclo delle piogge.

Il conteggio del tempo usato per la coltura del granoturco dovette essere basato sulla numerazione iniziale maya che consisteva del numero delle dita sulle mani e piedi, 20, un kal. L'osservazione che 13 kal (260 giorni) erano necessari per scegliere la locazione per la milpa fino bruciare la fetta di foresta e uguale numero di kal per la piantatura, la crescita e la raccolta fino ad immagazzinare il granoturco, ha data origine al primo calendario maya.

Lo Tzolkin, nome maya derivato dalla parola tzol che significa "mettere in ordine" e kin che significa "giorno", era una cerimonia in cui i sacerdoti assegnavano l'ordine dei giorni per realizzare le attività del milpa e le cerimonie relative alle sue differenti fasi. Un primo ciclo Tzolkin era collegato con la preparazione della terra e un secondo ciclo Tzolkin era collegato direttamente con la crescita e la raccolta del granoturco.

Dal punto di vista religioso questo periodo di tempo 13 kal diede in primo luogo alla deificazione del numero 13 ed in secondo luogo alla creazione di un periodo di 13 giorni denominato Oxlahunkin che allora si trasformò nella base del calendario Tzolkin e un ciclo di milpa di 260 giorni finì per essere 20 periodi di 13 giorni.

Più avanti i maya si ressero conto del tempo necessario in cui il sole faceva un ciclo completo e la sua lunghezza fu stabilita in 28 periodi di 13 giorni fino arrivare a 364 giorni, totale che non era esattamente un ciclo. Non sappiamo come ci sono arrivati ma finalmente sembra che divisero l'anno di 360 giorni chiamato Tun, in 18 mesi di 20 giorni, chiamati Uinal, ognuno con un nome diverso e i giorni furono numerati dallo 0 al 19. Quindi un period di cinque giorni, chiamato uayeb, fue aggiunto all'anno Tun dando nascita al calendario Haab. In questo calendario il uayeb fue messo appena prima l'inizio dell'anno astronomico. Il Tzolkin ed il Haab sono stati allora coordinati e questo diede origine al calendario circolare."

i calendari maya

Il calendario Maya che troviamo sui codici sopravissuti alla conquista spagnola e al rogo di documenti a mano del vescovo Diego de Landa, a Mani, Yucatan, Messico, sono usati oggi per confermare i calcoli scritti in quei codici e per calcolare le date delle stele e architravi maya. Questo calendario è denominato l'iniziale calendario di serie o il calendario del Conto Lungo e include i seguenti tre diversi calendari perfettamente coordinati tra di loro.

a). - Un calendario astronomico che inizia nella data in cui il sole passa perpendicolarmente sullo zenith, un giorno fra il 24 - 26 luglio. Il suo calcolo è di 365,2420 giorni ed è stato usato per fissare la posizione dei solstizi, degli equinozi, dei giri sinodici dei pianeti nel nostro sistema solare, dei nodi degli eclissi e di altri fenomeni celesti. Questo calendario deve essere la base di riferimento usata dagli astronomi Maya (sacerdoti) per i loro calcoli astronomici che venivano effettuati con un minimo di 4 decimali. Esempi di questi possono essere trovati sui codici.

b). - Il calendario civile o Haab di 365 giorni riferito spesso come l'anno vago. Si compone di 18 mesi di 20 giorni e di un mese da 5 giorni denominato uayeb . La differenza di un quarto di un giorno rispetto al calendario astronomico rende necessario una correzione periodica tramite metodi previsti dai Maya. All'interno di questo calendario scorre l'anno Tun, lungo 360 giorni, usato per i calcoli calendaristici.

c).-Lo Tzolkin, nome Maya che significa "la distribuzione dei giorni", era una cerimonia effettuata sul nuovo anno astronomico. In questa cerimonia l'astronomo-sacerdote indicava i giorni in cui il lavoro agricolo e le cerimonie religiose dovevano avvenire all'interno di un ciclo di 260 giorni. Lo Tzolkin è inoltre il nome usato per indicare il calendario più importante dei Maya che inoltre è stato nominato calendario sacro o Circolo Sacro. è una combinazione di un ciclo di 13 giorni con un ciclo di 20 periodi (kin). Durante ogni anno Haab di 365 giorni scorre sempre uno Tzolkin di 260 giorni.

I Maya descrivono solitamente una data specificando la relativa posizione sia nel Tzolkin che nell' Haab, l'allineamento del Circolo Sacro e l'anno vago genera il ciclo congiunto denominato il Calendario Circolare. Il diagramma spiega graficamente come i calendari Tzolkin ed Haab si coordinano. La rotella più piccola con 260 denti (sinistra) ha su ognuno il nome dei 260 giorni dell'anno Tzolkin e la rotella più grande con 365 denti (destra) ha in ogni interstizio il nome di ciascuna delle posizioni dell'anno Haab. Poiché l'anno Haab inizia sempre su una data 0 Popo e l'anno Tzolkin inizia solamente su un giorno chiamato Ik, Manik, Eb o Caban, quando 2 Ik è in congunzione con 0 Pop, la rotella A gira in senso orario e la rotella B gira in senso antiorario, si vede il nome del giorno Tzolkin che corrisponde ad ogni posizione Haab.

I componenti

  1. I kin
    L'anno dei Maya ha un'unità base denominata Kin, parola che significa giorno, sole, ecc. Il calendario Tzolkin ha un ciclo di 20 nomi di giorni combinato con un ciclo di 13 numeri di giorno. Ciascuno di questi 20 nomi viene rappresentato da un glifo e sono: Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Cauac e Ahau (Vedere grafico superiore).

  2. Gli Uinal
    L'anno Maya è diviso in 19 mesi, denominati Uinal, ciascuno ha un nome e un glifo (Vedi grafico sotto). Di questi mesi, i primi diciotto hanno venti giorni e l'ultimo, denominato Uayeb, ha solo 5 giorni. I giorni dentro un mese sono numerati dallo 0 a il 19 con l'eccezione di Uayeb i cui giorni sono numerati dallo 0 al 4.

  3. I numeri
    Per scrivere le date i Maya utilizzarono entrambi, il glifo corrispondente al differente periodo di tempo e il numero, di ciascuno di loro. I Maya svilupparono un sistema matematico unico che usa punti e barre ogni cinque unità. I numeri possono essere scritti verticale oppure orizontalmente. Loro scoprirono e usarono lo zero così come un sistema vigesimale di puntazione similare al sistema decimale oggi utilizzato. Vedere grafico per i simboli ei loro equivalenti arabici.
il sistema numerico maya e le unità di conto lungo Visto che il sistema numerico Maya è basato su 20 unità, quando un numero superiore a 19 deve essere scritto, si usa un sistema che si sviluppa verso l'alto. Così per scrivere 20, disponevano uno zero nella posizione inferiore con un puntino in cima ad esso. Il puntino in questo posto significa un'unità del secondo ordine che vale 20. Per scrivere 21, lo zero cambia ad un puntino e per i numeri successivi il conteggio originale di 19 seguirà nella prima posizione. Una volta raggiungono di nuovo 19, altre unità vengono aggiunte alla seconda posizione. Questa unità per i calcoli matematici normale vale 400 (20 x 20) ma per i calcoli calendaristici la terza unità diventa 360 anziché 400, dopodiché il resto delle posizioni si sviluppa moltiplicando per 20 quelle precedenti.

Abbiamo accennato precedentemente che i Maya hanno fissato una data per iniziare i loro calcoli calendaristici. Questa data è 4 Ahau 8 Kumku che nel calendario gregoriano oggi utilizzato corrisponde al 13 agosto 3114 avanti Cristo.

Articolo estratto e tradotto dal sito mayacalendar.com

Storia dei Maya

La storia dei Maya ha inizio intorno al 1500 a.C. nell'area meridionale del Messico (attuali stati federali del Chiapas, del Quintana Roo, del Campeche, dello Yucatan), nel Guatemala e nel Belize

suddivisione in periodi
(ex Honduras britannico).

Tre sono i periodi in cui viene usualmente suddivisa la storia dei Maya:

  • il primo è il Periodo Preclassico che va dal 1500 a.C. (per altri, dal 1000 a.C. o dal 1800 a.C.) al 317 d.C.
  • il secondo è il Periodo Classico che va dal 317 (anno corrispondente all'anno più antico del calendario maya) al 987 d.C.,
    suddiviso a sua volta in:
    • Classico Arcaico (fino al 500 circa), in cui si assiste allo stanziarsi dei Maya e alla bonifica della giungla
    • Medio Classico, con una pausa a cui segue una ripresa con rinnovata lena
    • Classico Finale (dall'800), che vede il declino e l’inspiegabile abbandono di tutto quanto s’era creato con tanto sudore.
il terzo è il Periodo Postclassico, a partire dal 987.

periodo preclassico

Nel Periodo Preclassico c’è la presenza, nella regione del Petén, Guatemala, dei primi Maya. Forse giunsero dal nord oppure subirono l’influenza di alcuni immigrati provenienti dalla regione del Messico. Essi erano probabilmente tribù di nomadi che si trasformarono in agricoltori abitando in piccoli gruppi vicino ai terreni coltivati. La loro coltura principale era quella del mais, coltivata soprattutto negli altipiani del Guatemala.

Dopo la fase Swasey di Cuello, la storiografia registra un lungo iato che si conclude attorno al XIII secolo con l'inserimento dell’area maya nel Mondo Olmeca. Terminata questa fase, la cultura maya ha un primo balzo in avanti, sotto l’influenza di Cerro de Las Mesas, con i centri del versante pacifico del Guatemala (Izapa, Kaminaljuyú) ed a nord dell’area che comprende siti come Uaxactún e El Mirador).

Oggi sappiamo che questo periodo di transizione dal Preclassico al Classico fu uno dei più alti nella storia maya in quanto a fervore intellettuale e si può a ragione presumere che tutta l’area vide questa fioritura, anche se a differenti gradi. El Mirador fu forse il nucleo di maggior produzione culturale e da qui, come abbiamo già visto, può essere partita la spinta decisiva alla successiva maturazione del Periodo Classico della cultura Maya.

All’inizio dell'era cristiana El Mirador, come Izapa e Nakbè, decade rapidamente e progressivamente il centro della produzione artistica ed intellettuale si sposta decisamente nei bassipiani del Petén, dove i Maya furono capaci di dare vita al massimo della loro espressione di cultura e dove sorsero i loro più grandi centri: vaste ed articolate strutture architettoniche, stuccate e colorate, con ardite attuazioni del tipo "a falsa volta", unite fra loro - ed è il fatto più mirabile - da strade lastricate che attraversano la giungla.

periodo classico

Nel secondo periodo, quello Classico, i Maya raggiunsero il loro massimo splendore (nell’odierno Guatemala) con la costruzione di città-stato come ad esempio Palenque, Piedras Negras, Copán e Quirigua. Con il finire del IX secolo, però, queste città furono tutte abbandonate, ma il motivo non è ben chiaro: forse per terremoti, modificazioni del clima, epidemie, guerre civili. Dal X secolo
i Maya non costruirono più monumenti, templi; così in questa età ha termine il periodo di massimo splendore.

Una prima fase del Classico(250-600 d.C.) è caratterizzata da un forte influenza culturale ed economica della metropoli messicana Teotihuacan. Alla fine di questa fase l’intero mondo Maya prende il via verso il suo apogeo culturale. Ciascuna città maya ha caratteristiche specifiche, che la distinguono nettamente dalle altre. È pensabile che i grandi centri costituissero attorno a loro delle piccole regioni culturalmente definite ed ancora oggi chiaramente identificabili. Eppure l’area ha una sua forte unità, perché quasi come obbedendo ad un ordine superiore, ad un piano preordinato ed imposto a tutto il mondo maya, ogni regione sembra specializzarsi, assumendo un ruolo preciso all’interno della intera produzione teorica e materiale: un vero sistema integrato come quello di una nazione unitaria. Così, mentre un centro si specializza nella produzione di steli e nella loro incisione, l’altro si dedica agli studi astronomici; un altro ancora produce milioni di manufatti in pietra. Se Copán ha le più belle steli a tutto tondo e Quiriguá le più alte e possenti, l’isolotto di Jaina ci restituisce le più belle e delicate statuine fittili della tradizione maya.

Nell’impianto urbano e nelle soluzioni architettoniche l’espressione maya mantiene originalità e regionalismi. Ad un primo approccio il progetto urbano di fondo che guida ogni altra città mesoamericana sembra assente in quelle maya: è così a Palenque, obbligata da un diseguale terreno ad impennate di piattaforme e templi; così è a Tikal, costretta invece nei limiti di un terreno carsico solo a tratti edificabile; ma così è anche a Copán, dove la piatta distesa avrebbe permesso il dispiegarsi tranquillo di ogni soluzione urbana tradizionale.

Solo un’attenta analisi degli sviluppi urbani permette di riacquisire il discorso unitario del progetto iniziale maya: progetto che si perse nel dispiegarsi degli eventi e nel sovrapporsi di nuovi poteri. La ricchezza architettonica di Tikal non ci restituirebbe altrimenti l’equilibrio delle masse delle acropoli, disposte invece puntualmente sul solito asse nord-sud; e non sarebbe possibile ricavarne la stessa disposizione nelle complesse strutture di grandi piazze, cortili e piattaforme sovrapposte di Palenque, come di Copán.

periodo postclassico


Il terzo periodo, o Postclassico, vede il centro della civiltà dei Maya spostarsi più a settentrione, nella regione dello Yucatàn. Le condizioni ambientali influirono in senso negativo sulla cultura dei Maya, infatti quando arrivarono gli Spagnoli la civiltà era già in piena decadenza.

Verso il X secolo d.C. tutte le grandi città vengono rapidamente abbandonate. Per quasi duecento anni, lo Yucatan fiorisce e si sviluppano centri come Uxmal e nel nord-est della penisola yucateca Chichen Itza. Per molti anni gli studiosi pensavano che questo sviluppo dipendesse dall'arrivo di gruppi di Toltechi in fuga dalla distruzione di Tula. oggi si sa che Tula appartiene alla fase archeologica immediatamente successiva a Chichen Itza. Fu semmai Chichen Itza ad influenzare Tula ed altri siti del Messico centrale come Xochicalaco.

La fine della fioritura classica maya fu sicuramente il prodotto di molte cause, tutte in qualche modo legate alla tipologia del costrutto economico e sociale di questo popolo mesoamericano. La fortuna delle sue città era nata e cresciuta sul consenso conquistato dalla sapienza della sua classe sacerdotale nelle cose sacre e in quelle della natura. Come al tempo degli Olmechi, il capo-sacerdote era ancora il punto regolatore fra gli uomini e il divino. Il consenso entrò in crisi quando la tecnologia agricola fu insufficiente a coprire le esigenze economiche: crollo economico, carestie, rivolte, guerre fecero sgretolare nel giro di pochi decenni il mondo maya, costruito in secoli di paziente fatica.

le città maya

Ai Maya si devono numerosi centri urbani tra i più spettacolari dell’antichità: Tikal, Palenque, Yaxchilán, Copán, Piedras Negras, Uxmal, Chichén Itzá per citare solo i più grandiosi.

La memoria della cultura maya è scolpita chiaramente e ampiamente sui templi, sui palazzi, sulle piramidi, e soprattutto è descritta nei geroglifici delle steli, sulle quali con accuratezza sono segnate le date, sono raffigurati gli eventi ed è ritratta la vita della gente.

Sotto gli influssi della potente cultura irradiata da questi centri, gli antichi Maya realizzarono uno dei complessi di cultura materiale e di cultura teorica più raffinato dell’umanità. Teorici puri, anche, paradossalmente, quando realizzavano cose concrete, furono al contempo straordinari artisti e scienziati acutissimi, raffinatissimi esecutori e teorizzatori senza pari, raggiungendo in tutti i campi quelle che appaiono essere - almeno secondo certi canoni - le vette più alte del loro tempo. D'altro canto sono anche passati alla storia per una religione violenta che prevedeva sacrifici umani anche collettivi. Sono state ritrovate infatti dagli archeologi fosse con migliaia di teschi umani.

Il tipo di governo Maya era semplice. Il popolo sembra che desiderasse di essere governato il meno possibile. In nessuna epoca vi furono né un impero né un imperatore maya.

Si ebbero semplicemente tante città-stato affini a quelle dell’antica Grecia o dell’Italia medievale, che condividevano la religione, la cultura e la lingua, ma erano ciascuna sovrana dei propri diritti e dotata di leggi proprie.

Ogni città-stato era governata da un capo ereditario, che esercitava funzioni amministrative, esecutive e probabilmente anche religiose. Sotto di lui, la nobiltà presiedeva alle piccole municipalità che si affollavano intorno al centro cittadino: quei nobili facevano da giudici, da esattori delle tasse e da custodi dell’ordine.

Nel commercio le città erano rivali, ma l’assenza quasi totale di scene di battaglia sulle steli lascia arguire che raramente la loro rivalità conduceva alla guerra.

Alcune città furono molto grandi per l'epoca. Tikal, ad esempio, nel periodo classico arrivò a 60.000 abitanti. Secondo alcune stime, in quel periodo la popolazione dello Yucatán era tripla di quella odierna.

La prosperità della campagna si riversava nelle città. I coltivatori e i mietitori di mais, alimento principale dei Maya, diedero un impulso decisivo alla formazione della cultura, finanziando il lavoro dei sacerdoti scienziati, che indagavano i misteri della terra e delle stelle, sviluppavano un sistema cosmologico, approfondivano lo studio dell’astronomia, della scrittura e della matematica.

Sul finire del periodo classico, la giungla s'impadronì delle città maya. La loro scomparsa è attestata dalle ultime date delle steli. Copán fu abbandonata intorno all’800; l’ultima stele di Tikal porta la data 869.

Non è ben chiaro perché le città furono abbandonate. Sono state formulate alcune ipotesi:

  1. La popolazione, stanca dei lavori forzati, si sarebbe ribellata contro i sacerdoti e i nobili, deportandoli o massacrandoli.
  2. Le città, lasciate in mano a governanti incapaci, sarebbero andate in rovina una dopo l'altra.
  3. L'invasione o l'influenza di nuove genti provenienti dal Messico centrale, i Toltechi, avrebbe portato a un grave declina, prima di una rifioritura nel periodo post-classico.

le società maya

Oltre alla nobiltà governante, c’erano soldati e sacerdoti, pari per importanza ai nobili signori. L’alto rispetto per i sacerdoti era dovuto alla loro importanza come custodi del sapere. I ministri del culto erano astronomi e matematici, potevano contare gli anni, i mesi e i giorni, conoscevano il tempo della semina e quello della mietitura; inoltre sapevano come controllare e fermare gli dei del male e come riuscire graditi alle divinità benefiche (pioggia, fertilità, ogni bene).

L’uomo comune era di solito un coltivatore di mais: doveva raccoglierne a sufficienza per nutrire se e la sua famiglia, per pagare il tributo ai governanti, ai nobili e ai sacerdoti. Forse questo impegno occupava metà del suo tempo e lo lasciava libero nell’altra metà di dedicare allo stato il resto delle energie. Il suo tempo libero permise la costruzione delle grandi piramidi, dei templi, dei palazzi e delle corti signorili.

C'erano infine gli schiavi, che comprendevano prigionieri di guerra, condannati per delitti comuni e gente acquistata da altre zone o rapita con la forza.

I Maya furono un popolo pulito: il bagno giornaliero che oggi è di regola pare fosse parte integrante della tradizione ereditata.

In caso di malattia i Maya potevano chiedere aiuto al sacerdote, all’uomo di medicina, allo stregone, che ricorrevano variamente alle erbe medicinali e alle pratiche magiche. Il rituale della religione maya prese forma tra 300-400 a.c, quando i sacerdoti erano responsabili della compilazione del calendario, della cronologia e della scrittura. Gradualmente l’elenco delle divinità si allungò, il cerimoniale divenne più complicato e le esigenze dei credenti si moltiplicarono. La loro religione era personale e interessava l’intero ciclo della vita.

Un complicato sistema astrologico sistemava il destino del neonato a seconda del giorno e dell’ora della sua venuta al mondo. Un rituale dettagliato seguiva il bimbo fin dalla nascita, quando la testa veniva compressa per lo schiacciamento della fronte.

Vigevano poi i riti particolari per la cerimonia dell’iniziazione, l’addestramento delle donne, la preparazione al matrimonio e ad ogni altra fase della vita, fino al complicato culto che accompagnava il morente.

Con il periodo postclassico venne introdotto il nuovo culto di Quetzalcoatl, chiamato dai maya Kukulcán: esso glorificò e incrementò l’attività guerriera e il sacrificio umano, portando seco anche l’idolatria e un rituale più complicato.

La caccia fu una delle attività più diffuse. Le prede potevano essere destinate al consumo, all’interscambio o alla realizzazione di utensili e prodotti utilizzabili a fini pratici, commerciali, terapeutici, magici o rituali. Pelli e piume servivano come valori di scambio, a fini pratici come vera e propria valuta.

Alle battute partecipavano dai 50 ai 100 cacciatori, che dovevano osservare la preda, attirarla con richiami speciali, tendere le reti o le trappole e spingerla verso di esse o verso cacciatori appostati tra la vegetazione. Prima di iniziare bisognava chiedere con appositi rituali il permesso e il favore alle divinità protettrici dei monti e degli animali; dopo la conclusione, bisognava rendere loro grazie con altri rituali.

Le piume degli uccelli venivano ereditate da padre in figlio, come anche gli alberi dove nidificavano e i luoghi dove si abbeveravano. Gli uccelli non venivano mai uccisi. Le piume appaiono un po’ dappertutto e anche come motivo ornamentale nella ceramica nell’arte lapidaria, negli stucchi, nei codici e nelle strutture architettoniche. Le piume servivano anche come parte della dote che i vassalli consegnavano al momento del matrimonio della figlia del loro signore. Addirittura le multe venivano pagate con piume o uccelli vivi.

Per quanto riguarda la pesca i maya non ebbero problemi per reperire pesci, vista l'abbondanza di fiumi e laghi nel loro territorio e la vicinanza del mare.

Utilizzavano i molluschi per tingere i tessuti, le uova di tartaruga e di pesce per decorazioni, i denti di squalo per confezionare frecce.

Le resine degli alberi venivano usate come pigmenti, incensi mordenti o collanti. Nelle zucche si trasportavano acqua, miele, liquori, tortillas e semi.

Per ciò che concerne le terre, i minerali e i metalli, le fonti storiche menzionano il loro utilizzo, come collanti, argille e sgrassanti per uso ceramico o edilizio, come strumenti di lavoro per l’attività lapidaria e per l’agricoltura, lame dai molteplici usi per radersi, cacciare, combattere, pescare.

L’oro veniva usato per i gioielli dei signori.

V’è inoltre un ricchissimo repertorio terapeutico che attingeva sia dal mondo animale che vegetale e minerale: dagli analgesici agli abortivi agli afrodisiaci.

I Maya conoscevano e usavano il cotone. La fibra tessile era ricavata dai semi, cardata, pettinata, filata con fusi e dipanata per ottenere gomitoli.

I tessuti fatti col cotone comprendevano broccati o tessuti successivamente ricamati ad ago, stampati, imbastiti, sfrangiati e venivano impiegate piume per la decorazione.

V’erano inoltre falegnami, scultori, scribi, barbieri, ceramisti, portatori, prostitute, messaggeri, levatrici, predicatori, guaritori, indovini, becchini, e via dicendo.