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ღ ღ ღ capricorno,ascendente leone, luna in acquario. Sono una persona semplice, abbastanza solitaria e avendo intrapreso un nuovo percorso spirituale la solitudine mi aiuta a centrarmi e a meditare.Vivo attimo per attimo,il momento presente e da questo tutto diventa sincronicità. In tutto cio' che si fa, è la Mano di Dio a guidarci, nulla accade per caso...pensaci!!! Quando amo do' tutta me stessa...e ora amo con tutto il mio Cuore...ღ ღ ღ

lunedì 20 ottobre 2008

L'aldilà e gli dei

I Maya, come ovunque i loro contemporanei, diedero una spiegazione all'origine del mondo. C'erano stati parecchi mondi: ognuno era perito in un diluvio e si attendeva un altro diluvio. L'universo maya, come quello contemporaneo cristiano, era travagliato dalla perenne lotta fra le potenze del male e del bene. Il bene portava la pioggia, la fertilità e l'abbondanza; il male portava la siccità, gli uragani e le guerre. Sopra la terra esistevano 13 cieli di beatitudine e dietro di essi 9 d'inferno. Nel paradiso finale non esistevano più né dolore né povertà, né pesanti carichi da sopportare.

Nell'inferno finale c'erano fame, freddo e miseria. I Maya credevano in una copiosa rosa di divinità che sembra avesse origine da un culto più antico, la fede in un supremo Dio creatore. Ma questo Dio era troppo remoto dalla vita, cosicché i Maya inventarono degli intermediari, in grado di curare ogni aspetto e fase della vita: il figlio di un dio vero divenne il capitano della corte degli Dei con gli uomini dovevano trattare. C'erano gli dei del mais e della morte, c'era un dio onnipresente della stella del nord che vigilava sui viaggi dei mercanti. A parecchie divinità era attribuito il compito di vegliare sulla guerra, sul sacrificio umano e sulla morte violenta. C'era poi il dio del vento e le dee che presiedevano alle inondazioni, alla gravidanza e alla tessitura; c'era anche la dea dei suicidi, tenuta in alta considerazione poiché i suicidi erano favoriti nella rapida ascesa al più alto dei cieli. Altre divinità avevano una speciale giurisdizione sui periodi cronologici in cui era diviso il tempo, altre ancora erano riservate a ciascun giorno separatamente, e, per buona misura, ogni numerale aveva il suo dio. C'era un dio per ogni emergenza, un dio per ogni necessità, un dio per ogni periodo di tempo. Il dio a cui il semplice coltivatore di mais si rivolgeva con la più sincera devozione era Chac, il dio della pioggia, la cui benevolenza arrecava vita e felicità, la cui ira era portatrice di morte.

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